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La zona grigia della sostenibilità: la fissione nucleare

Energia
nuclear bomb

La sostenibilità energetica è uno dei temi più discussi nell’ultimo decennio e promosso dall’Agenda 2030.


Oltre 193 paesi condividono il target di assicurare una produzione di energia efficiente, sostenibile, carbon free ed accessibile a tutti. 
A seguito di incidenti nucleari e dell’aumento della paura collettiva, la decisione politica ha portato all’interruzione di gran parte degli investimenti industriali, svilendo le potenzialità che caratterizzano la fissione nucleare.

Il materiale fissile si distingue dagli altri combustibili per la sua elevata disponibilità exergetica: è possibile estrarre energia per unità di massa 6 ordini di grandezza in più rispetto agli impianti di potenza più efficienti.
Questa risorsa è sfruttata soprattutto dal Giappone, povero di fonti fossili.
Inoltre vi è l’assenza di emissioni di sostanze climalteranti, produzione di smog o problemi annessi alle piogge acide, motivi principali del declino delle centrali a carbone.
A livello economico, si ha un costo medio dell’elettricità contenuto dato il basso costo della risorsa. 

Esistono, tuttavia, dei punti di debolezza che collocano la fissione nucleare in una zona grigia della sostenibilità, tra cui la difficoltà nell’adattare la produzione su piccole taglie e a grande raggio d’azione. Sebbene si abbia la possibilità di seguire la domanda di energia elettrica rispetto alle comuni risorse rinnovabili, vengono a capo problematiche nel caso di spegnimento e smantellamento degli impianti.

Le due criticità intrinseche alla fissione sono il rischio della fusione del nocciolo e quello delle scorie radioattive a decadimento lungo, problemi rilevanti per lo sviluppo del nucleare civile. Si aggiungono problemi di costi legati alla sicurezza, al trasporto e smaltimento delle sostanze radioattive, che richiede tempi lunghi (secoli) e al trattamento di queste nel caso di recupero. 

Il risultato è quindi la scarsa competitività economica rispetto alle altre fonti. Nonostante la fissione non abbia un futuro florido, potrebbe rivelarsi una soluzione temporanea come supporto alle fonti rinnovabili.

Fonti: Il mulino dei sogni, F. Donatini